giovedì 23 novembre 2017

Margherita Parolin: una nuova preside, un vulcano di idee

Quest’anno nell’istituto comprensivo A.G. Roncalli è avvenuto un importante cambiamento: il preside Renato Cenzato, raggiunta la pensione, ha ceduto il posto alla dott. Margherita Parolin.
Noi ragazzi abbiamo deciso di farle alcune domande sulla sua esperienza personale e sul suo ruolo di preside.
Vi presentiamo i risultati della nostra intervista:
1- Dove ha vissuto?
Ho abitato a Rosà fino a vent’anni fa, ora risiedo a Nove.

2 - Cosa faceva prima di diventare preside?
Ho insegnato alla scuola primaria per tredici anni, matematica e musica erano le mie materie preferite.



3 - Cosa l’ha spinta a scegliere questa professione?
Ho pensato di intraprendere questa strada quasi per sfida, perché volevo valorizzare la laurea che avevo raggiunto faticando molto, studiando mentre lavoravo. A 33 anni sono diventata Direttrice Didattica, un ruolo che successivamente è stato trasformato in Dirigente Scolastico.

4 - Era già preside in precedenza, se sì in quale scuola era?
Sono stata quattordici anni a Dueville, due a Romano d’Ezzelino e cinque a Breganze.

5 - Come ci si sente a rivestire un ruolo così importante?
Un ruolo importante con enormi responsabilità, ma, per fortuna, vengo a scuola sempre volentieri, mi piace molto il mio lavoro. Ci sono tuttavia dei momenti difficili, quando la fatica è troppo pesante, quando sento di non avere strumenti per risolvere i problemi, quando ci sono delle incomprensioni… Allora faccio un giro per le classi e l’accoglienza degli alunni mi conforta e mi ricarica.

6 - E’ stato difficile abbandonare la scuola precedente?
Devo dire che mi sono trovata bene in tutte le scuole in cui sono stata, con molte insegnanti siamo rimaste amiche. Ricordo con grande affetto la scuola di Dueville per i legami costruiti in un tempo lunghissimo. Ma ho incontrato persone meravigliose che mi sono rimaste nel cuore anche a Romano e a Breganze.

7 - Ci sono state delle complicazioni riguardo l’inserimento nella nostra scuola?
Ho cercato di affrontare subito alcune questioni che il precedente Dirigente Scolastico mi aveva lasciato in eredità, raccomandandomi di occuparmene appena possibile. Ho trovato molta collaborazione, ma anche qualche incomprensione.

8 - Come trova l’ambiente scolastico?
Mi sento molto fortunata a lavorare nelle scuole di Rosà. Ci sono insegnanti competenti, alcuni anche innovativi, e personale ATA (collaboratori scolastici ed assistenti amministrativi) molto collaborativo.

9 - Perché ha deciso di apportare dei cambiamenti sulla durata delle ore scolastiche?
Si tratta di un meccanismo per non far ricadere l’intervallo dentro ad una sola ora della giornata, che serve dunque a spalmare il tempo dedicato alla pausa su tutte le ore del giorno.

10 - Vuole apportare aggiuntivi cambiamenti?
Ogni giorno vengono introdotti dei cambiamenti, anche se voi ragazzi non ve ne accorgete sempre. C’è infatti un’attenzione costante a migliorare, a trovare soluzioni nuove, più efficaci, sia nell’ambito amministrativo che in quello didattico ed organizzativo.

11 - Le piacerebbe che la scuola fosse più tecnologica?
La scuola di Rosà ha già delle dotazioni tecnologiche molto buone, sia nei laboratori fissi che in quelli mobili. Per potere sfruttare questi ultimi dobbiamo estendere la rete Wi-Fi nella scuola secondaria e ci stiamo pensando. E’ importante che venga promossa nei ragazzi la competenza digitale, è una competenza essenziale non solo per il futuro inserimento lavorativo, ma per la loro crescita culturale. Basta un clic e si può viaggiare nel tempo e nello spazio, si recuperano le informazioni di cui si ha bisogno, si incontrano persone dall’altra parte del mondo… Certo ci sono anche dei rischi, ma sono convinta che l’uso responsabile delle tecnologie si costruisca scoprendone le potenzialità positive, non tanto cercando di allontanare i ragazzi dai pc e da internet.

12 - Come ha trovato il corpo docenti?
A Rosà ci sono circa 150 insegnanti, mi serve tempo per conoscerli tutti da vicino. Ho colto tuttavia una sensibilità diffusa nei consigli di classe per i bisogni dei ragazzi e la disponibilità a mettersi in gioco nell’offrire risposte a volte anche personalizzate.

13 - E’ complicata la gestione di più plessi?
All’Istituto comprensivo appartengono sei plessi scolastici e, come si può immaginare, la loro gestione è complicata dalla lontananza e dall’appartenenza a tre ordini di scuola diversi (infanzia, primaria e secondaria). Per fortuna posso contare su validi coordinatori di plesso che si occupano degli aspetti organizzativi applicando le disposizioni ricevute.

14 - Come vede un ragazzo che viene mandato in presidenza e come reagisce?
Quando un ragazzo viene in Presidenza perché mandato dagli insegnanti, penso che ha bisogno di me, che ha bisogno di essere aiutato a capire dove ha sbagliato. La scuola non è un tribunale, è un luogo educativo dove non si punisce in nome del regolamento, ma si applicano le sanzioni previste dal regolamento per uno scopo formativo, per aiutare a prendere consapevolezza e a riflettere per non sbagliare più.

15 - Ha scoperto qualcosa di nuovo venendo nella nostra scuola?
Direi di no, perché ho spesso lavorato nel passato con il dott.Cenzato e con la scuola di Rosà e quindi la conoscevo piuttosto bene, sia negli spazi che nelle attività. Ma non immaginavo che tornare nel mio paese d’origine sarebbe stato così bello e coinvolgente.

Anna Stragliotto e Giulia Bizzotto

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